giovedì 26 gennaio 2012

Pervertiti: come fare l'amore con l'iPad...

Prendiamo lo spunto più facile e triviale e proviamo a trasformarlo in una discussione interessante. Mi sono imbattuto in questo gadget, per molti versi il più estremo che si sia visto da molto tempo a questa parte.

Si tratta di un vero e proprio adattatore che mixa la già celebre Fleshlight (la vagina artificiale che infesta di banner la navigazione di una moltitudine di siti) ad un iPad Apple. Sacro e profano assieme, la più brutale delle trovate applicata all’eccellenza in termini di immagine design.

La prima reazione è una risata e una domanda: ma davvero c’è qualcuno così disperato da volere una cosa del genere? Come accade quasi sempre con questo genere di domande la risposta è
si, altrimenti non si spiegherebbe la Coda Lunga e il successo di tanti improbabili siti e prodotti online.

Come lo stesso articolo originario di Gizmodo suggerisce “immagina tutte le cose con cui puoi immaginare di fare sesso”. Ovviamente l’ammiccamento è a ciò che potremmo far comparire sullo schermo del nostro iPad. Filmati erotici ma non solo, come sappiamo con estrema chiarezza dall’invenzione della Rete le forme di erotismo, diciamo così, particolare si spingono fino a territori inauditi. E allora ci sarà chi si vorrà accoppiare con le foto delle motociclette più potenti, pesci, personaggi famosi e molto altro ancora.

Eppure il probabile successo di un aggeggio del genere va oltre l’elemento puramente erotico fino ad arrivare nel feticismo vero e proprio. L’amore sviluppato nei confronti degli oggetti è tipico della nostra epoca, soprattutto verso quelli disegnati per essere belli, levigati e desiderabili. Pensiamo alle interminabili file davanti i negozi della Apple come alla questua per un appuntamento con una modella o all’attenzione con cui si custodiscono i nostri preziosissimi iPhone dentro astucci essi stessi sempre più tecnologizzati, costosi e lussuosi, molto più delle stesse mutande dentro cui conteniamo quelli che appunto chiamiamo “gioielli di famiglia” evidentemente spostatisi dal cavallo dei pantaloni alla tasca degli stessi.

Il clamore di un’immagine (poco importa che l’oggetto esista davvero) è dunque nella promessa di coronare finalmente l’amore impossibile della vita: la comunione con l’oggetto delle nostre passioni non sarà più soltanto spirituale, mistico ed estetico ma finalmente anche fisico e da oggi quando diremo di amare il nostro iPad non sarà più soltanto un modo di dire.

fonte: qui

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